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Licenziamento illegittimo

Hai subito un licenziamento e non sai come muoverti?

Ecco per te alcune indicazioni pratiche su cosa fare per non sbagliare.

  1. I licenziamenti individuali possono essere intimati per una giusta causa o per un giustificato motivo soggettivo (a seconda che viene irrogato senza o con preavviso), e quindi per ragioni attinenti un tuo presunto inadempimento contrattuale, o per ragioni oggettive, che invece attengono all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al suo regolare funzionamento, legate ad esempio a un calo del fatturato, a una crisi aziendale, a un’esternalizzazione dei servizi, etc.
  2. Fino alla fine dell’emergenza Covid, i licenziamenti per motivo oggettivo non sono validi.
  3. Il licenziamento intimato in forma orale è inefficace. Se sei in questa situazione, puoi ottenere che il licenziamento venga dichiarato inefficace.
  4. Se sei stato licenziato per un motivo ritorsivo o discriminatorio, hai diritto alla reintegra sul posto di lavoro e a un risarcimento del danno pari alle retribuzioni che avresti guadagnato se non fossi stato licenziato.
  5. Ricorda che il datore di lavoro è obbligato a fornire per iscritto la motivazione per la quale esegue il licenziamento, ma tale motivazione è sindacabile dal Giudice. In altre parole, il datore di lavoro potrebbe anche scrivere che provveda a licenziare per un motivo attinente la crisi del settore produttivo, ma se poi il Giudice accerta che non c’è nessun collegamento tra la crisi del settore e il tuo licenziamento, quel provvedimento è illegittimo.
  6. La Giurisprudenza ha chiaramente affermato che dovrà essere il datore di lavoro a provare in giudizio l’effettiva sussistenza della motivazione fornita, e ciò sia nel caso di licenziamento per motivi disciplinari che nel caso di licenziamento per motivo oggettivo. Sappi, peraltro, che il datore di lavoro non può modificare nel corso della causa la motivazione che ha fornito. La causa si baserà quindi sulla rispondenza al vero di quanto dichiarato dal datore di lavoro.
  7. Se sei stato licenziato illegittimamente, hai diritto a delle tutele diversificate a seconda della dimensione dell’impresa in cui lavoravi, della natura pubblica o privata del datore di lavoro e della tua anzianità lavorativa. In ogni caso puoi batterti per far valere i tuoi diritti.
  8. Il licenziamento va impugnato con lettera raccomandata A/R, che dovrai sottoscrivere nel termine di 60 giorni dal ricevimento della lettera di licenziamento. Se non lo impugni nei 60 giorni, non potrai più far valere i tuoi diritti. Potresti impugnare il licenziamento anche senza un avvocato, ma è altamente rischioso perché quello che scrivi non potrai più modificarlo nel corso del processo. Non è consigliabile far sottoscrivere l’impugnativa di licenziamento solo al tuo legale, ma è necessario che tu sottoscriva l’impugnativa. Ricorda, inoltre, che secondo la Cassazione puoi impugnare il licenziamento con una pec solo se sottoscrivi la lettera con la tua firma digitale.
  9. Dal momento della spedizione dell’impugnativa di licenziamento, avrai 180 giorni per proporre ricorso al Giudice del Lavoro del Tribunale competente per territorio. E’ quindi consigliabile inviare sempre l’impugnativa nei 60 giorni e poi darsi un po’ di tempo per riflettere sull’azione giudiziaria. Se impugni con lettera raccomandata nei 60 giorni, non sei obbligato a proporre un’azione giudiziaria.
  10. Una causa di licenziamento può durare qualche mese, come anche qualche anno. E’ necessario rivolgersi a un avvocato giuslavorista esperto perché il processo del lavoro è molto peculiare e ogni errore potrebbe costarti caro.

Se ritieni ingiusto il tuo licenziamento, contattaci per una prima valutazione gratuita.
Ti seguiremo passo passo per far valere i tuoi diritti.